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“House of 1000 Corpses” (2003)


“If I wanted to listen to an Asshole, I’d fart”

House of 1000 Corpses (uscito in Italia con il titolo tradotto maccheronicamente La Casa dei 1000 Corpi) è un film girato nel 2000 ma uscito nelle sale solo nel 2003 (a causa del rifiuto della casa produttrice Universal, che si lamentava del contenuto estremo della pellicola), diretto da Rob Zombie. Nel 2005 è uscito il sequel, diretto dallo stesso regista, uscito con il titolo The Devil’s Rejects (vittima anch’esso di una traduzione improponibile, La Casa del Diavolo). Continua a leggere

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“The Ninth Gate” (1999)


The Ninth Gate (uscito in Italia con il titolo La nona porta) è un film del 1999, diretto da Roman Polanski e ispirato al romanzo Il club Dumas dello spagnolo Arturo Pérez-Reverte. Sebbene da molti erroneamente considerato un horror satanico, è invece più correttamente definibile come thriller psicologico a tinte esoteriche/occultiste. Sebbene inferiore ad alcuni capolavori di Polanski degli anni sessanta-settanta (Repulsion, Rosemary’s Baby, Le Locataire) e probabilmente anche ad altri successivi (The Pianist, The Ghost Writer), è probabilmente il migliore film del regista tra quelli usciti nei due decenni ’80-’90. Continua a leggere

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“The Holy Mountain” (1973)


Ora voi siete un cuore vuoto, pronto a ricevere la vostra vera essenza, la vostra perfezione, il vostro nuovo corpo che è l’Universo, l’opera di Dio. Voi rinascerete, sarete reali. Sarete vostro padre, vostra madre, vostro figlio, la vostra perfezione. Aprite gli occhi. Siete la terra, siete il verde, siete l’azzurro, siete gli altri! Siete l’essenza.

The Holy Mountain (conosciuto nei paesi latini come La Montaña Sagrada e in Italia con il titolo di La Montagna Sacra) è un film del 1973 di Alejandro Jodorowsky. Di produzione messicana/americana, è il suo terzo film, successivo a Fando y Lis (1968) e El Topo (1969). Capolavoro assoluto dell’opera jodorowskiana nonché apice del suo eclettismo visivo, The Holy Mountain è una pellicola sperimentale, surrealista e dissacrante del mondo moderno, presentando forti connotazioni anticapitaliste e anticlericali. Continua a leggere

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“Baba Yaga” (1973)


Baba Yaga è un film del 1973, diretto da Corrado Farina e liberamente ispirato alla Valentina di Guido Crepax. Il film è girato a Milano, di cui si possono ammirare molti interessanti anfratti (per lo più di zona Duomo – Ticinese – Navigli). Continua a leggere

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“Amore Libero – Free Love” (1974)


Amore Libero – Free Love è un film di Pier Ludovico Pavoni del 1974. Considerando la location esotica e il contenuto erotico della pellicola, il film si può catalogare nel filone esotiko-erotiko degli anni settanta. Inoltre la presenza di Laura Gemser nella parte di Janine, l’attrice principale lo rende una specie di anticipazione della serie di Emanuelle nera, interpretata dalla medesima e diretta da Joe D’Amato. Continua a leggere

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“The Lickerish Quartet” (1970)


The Lickerish Quartet (conosciuto in Italia con il titolo Esotika Erotika Psicotika) è un film del 1970, diretto da uno dei maestri del soft-core sperimentale, Radley Metgzer, già autore negli anni precedenti di film come Therese and Isabelle (1968) e Camille (1969). Il suo film del 1970 è considerato una delle perle del filone erotico di fine anni sessanta – inizio anni settanta per così dire misconosciuto al grande pubblico. Una curiosità: tra i fans del film (e del regista) c’era anche un certo Andy Warhol… Continua a leggere

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“Il Dio Serpente” (1970)


“Dio è vita. Quando il mare è più forte di te, abbandonati all’onda”

Il Dio Serpente è un film del 1970, diretto da Piero Vivarelli. Il tema principale del film è l’incontro/scontro tra due culture diverse: quella bianca “civilizzata” e quella indigena “selvaggia”. A metà tra l’erotico e l’horror, l’avventura e il film di critica sociale, il film si presenta come un’opera confusionaria e talvolta noiosa, ma al tempo stesso ambiziosa e molto curata tecnicamente. Merito soprattutto della splendida location esotica, della fotografia eccellente, dalle valide musiche di Augusto Martelli e della sensuale protagonista, l’allora ventunenne Nadia Cassini. Continua a leggere

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“Una sull’altra” (1969)


Una sull’altra (conosciuto all’estero come One of top of the other o Perversion story) è un film del 1969, diretto da Lucio Fulci. È il suo primo film giallo, nonché uno dei primi gialli all’italiana (rimanda molto a Il dolce corpo di Deborah, Romolo Guerrieri, 1968), sebbene rimanga legato anche al giallo classico (soprattutto richiama Vertigo, Alfred Hitchcock, 1958). Presenta una buona suspence, una notevole componente erotica (anche lesbica) e, a differenza dei successivi gialli del regista, non presenta scene cruente o splatter. Si tratta di uno dei più intriganti tra i primi gialli made in Italy, nei quali gli ingredienti erano sostanzialmente una situazione misteriosa, un’eredità in ballo, vari rapporti amorosi che si intrecciavano tra loro. Continua a leggere

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“Col cuore in gola” (1967)


Quanti sanno che Tinto Brass, prima di darsi all’erotismo spinto, avesse anche prodotto un noir di classe come Col cuore in gola (Deadly Sweet nella versione inglese e americana)? Nel 1967 infatti, quando il giallo all’italiana era nato da poco e ancora pochi registi si erano cimentati con esso, Brass diresse questo film di produzione italo francese, nel quale compaiono come attori protagonisti Jean-Louis Trintignant e la bellissima diciassettenne svedese Ewa Aulin (entrambi poi prelevati da Giulio Questi l’anno seguente per il suo La morte ha fatto l’uovo); il soggetto è preso liberamente dal romanzo Il sepolcro di carta di Sergio Donati. Continua a leggere

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“Le Orme” (1975)


Le Orme (conosciuto all’estero come Footprints, Footprints on the Moon o Primal Impulse) è un misconosciuto film di Luigi Bazzoni, tratto dal romanzo di Mario Fenelli Las Huellas. Bazzoni era noto al pubblico per aver prodotto dieci anni prima, nel 1965, La Donna del Lago con Franco Rossellini. Le Orme è una pellicola assolutamente atipica, e di conseguenza molto difficile da incasellare in un genere preciso. Potrebbe essere definito come un thriller psicologico con forti elementi di mistero, e con richiami al genere fantascientifico; viene anche accostato al sotto-genere del thriller cospirazionista. Il plot e la sceneggiatura palesano la volontà del regista di sperimentare, la fotografia è quasi surrealista. Continua a leggere

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“Picnic at Hanging Rock” (1975)


“C’è un tempo e un luogo giusto perché qualsiasi cosa abbia principio e fine…”

Nel 1975, alla sua uscita, il film Picnic at Hanging Rock (tradotto nella versione italiana con il fedele Picnic ad Hanging Rock), prendendo le mosse dal romanzo omonimo della scrittrice Joan Lindslay, portò all’attenzione mondiale il cinema australiano consacrando il regista Peter Weir come un maestro di stile ed atmosfera. Picnic at Hanging Rock infatti negli anni ha acquisito lo status di cult, essendo considerato uno dei capolavori del cinema sperimentale. Pur presentando in realtà una narrazione non sempre avvincente e mancando – per scelta del regista stesso – di una conclusione definita (si tenga conto dell’importanza del finale in un film thriller/mystery), Picnic at Hanging Rock supplisce le sue mancanze grazie ad un’atmosfera al tempo stesso sognante e misteriosa, e rapisce lo spettatore con le sue immagine vellutate. Continua a leggere

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“Valerie a Tyden Divu” (1970)


“Goodnight, my dark haired girl

Goodnight, and sweet dreams

When you awake, my love

Don’t reveal your secret

Valerie a Tyden Divu (più conosciuto con il titolo inglese Valerie and her Week of Wonders – mentre in italiano il titolo del film è stato tradotto come al solito inadeguatamente: Le Fantasie di una Tredicenne) è un film sperimentale del regista cecoslovacco Jaromil Jires, ispirato al romanzo omonimo del connazionale Viteszslav Nezval. Data l’estrema complessità del film, è molto difficile etichettarlo o definirlo, tuttavia può essere considerata una fiaba fantasy a tinte gotiche ed erotiche. Una particolare nota di merito va alla colonna sonora, composta interamente da Lubos Fiser. Continua a leggere

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“π” (1998)


“Non bisognerebbe mai guardare fisso il Sole… ma io, una volta, da bambino, l’ho fatto…”

π (conosciuto in Italia come π – Il Teorema del Delirio) è un film del 1998 diretto da Darren Aronofsky. E’ una pellicola indipendente realizzata con un budget molto limitato, con una realizzazione grafica in un bianco e nero puro e duro, caratterizzato da immagini sgranate e contrasti elevatissimi. E’ un thriller di fantascienza che parte da un presupposto razionale (la ricerca di un numero che spieghi tutto ciò che succede nella realtà sensibile) per approdare a temi metafisici. Continua a leggere

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“The Trip” (1967)


The Trip (noto in Italia come Il Serpente di Fuoco) è un’opera atipica nella filmografia di Roger Corman, meglio conosciuto al pubblico per una serie di notevoli pellicole horror dal sapore gotico realizzate con l’ausilio dell’attore Vincent Price (La Maschera della Morte Rossa, La Caduta della Casa Usher). In The Trip invece Corman affronta il tema delle droghe psichedeliche, segnatamente del LSD, che nell’anno di produzione del film in questione aveva ormai raggiunto un ampissimo pubblico. Lo script del film è nientepopodimeno che di Jack Nicholson. Continua a leggere

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“Altered States” (1980)


L’eccentrico regista Ken Russell, dopo anni di bizzarra ricerca stilistica portata avanti passando con risultati alterni attraverso i più disparati generi cinematografici, trovò con Altered States (In Italia Stati di allucinazione), l’apice creativo della sua carriera. Se infatti spesso (sia per quanto riguarda i suoi lavori precedenti sia per quanto riguarda quelli posteriori ad Altered States) le sue pellicole si riducevano ad una cornice delirante costruita attorno ad un plot altrettanto strano, con Altered States egli riesce a realizzare un film che, pur mantenendo una forte vena weird (o perlomeno non politicamente corretta e visionaria), coniuga al meglio i suoi elementi sci-fi e fantasy con una trama sostanzialmente drammatica, innaffiandolo qua e là con elementi tipici del thriller e dell’horror più fantascientifico. Continua a leggere

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“Sweet Movie” (1974)


Sweet Movie (in Italia tradotto come Dolcevita) è molto probabilmente il delirio più famoso del regista yugoslavo Dusan Makavejen. Esso unisce nella sua narrazione anarchica i destini di due ragazze, che assurgono a ruolo di protagoniste. Continua a leggere

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“Secret Ceremony” (1968)


There were two mice fell in a bucket of milk, one yelled for help and drowned, the other kept pedaling around until, in the morning, he found himself on top of butter.

E’ questa la frase che cala il sipario su Secret Ceremony; un aforisma enigmatico ma al tempo stesso esplicativo dell’onirico plot nel quale il regista Joseph Losey cala per oltre un’ora e mezza lo spettatore, immergendolo come in uno stagno di acque torbide ed oscure per farlo uscire solo al termine della visione, sicuramente scosso e turbato dalla messa in scena di tanto delirio. Continua a leggere

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