“La ragazza dal pigiama giallo” (1977)


La ragazza dal pigiama giallo (conosciuto anche con il titolo internazionale The Pyjama Girl Case) è un film del 1977, diretto da Flavio Mogherini.


Trama:

Sulla spiaggia nei pressi di Sidney viene trovato, fra i rottami di un’auto data alle fiamme, il cadavere di una ragazza col volto carbonizzato che indossa i resti di un pigiama giallo. Ai due giovani colleghi incaricati ufficialmente delle indagini si affianca, malvisto, il vecchio ispettore Thimpson, ormai in pensione. Assistiamo poi ad una storia di una giovane olandese Glenda (Dalila Di Lazzaro) che pur avendo un marito, l’italiano Antonio (Michele Placido), continua a frequentare i suoi amanti: il maturo chirurgo Henry Douglas e l’operaio Roy. Dopo aver perduto il figlio, ancora in fasce, avuto da Antonio, la donna decide di abbandonarlo per unirsi al medico, che però la respinge.


Commento:

In questa produzione italo-spagnola, ma ambientata a Sydney, il prolificissimo regista aretino Flavio Mogherini (conosciuto dai più per aver scritto la sceneggiatura di Diabolik di Mario Bava) si lancia in una sua personalissima interpretazione del filone che più aveva riscosso successo nel primo lustro degli anni settanta in Italia, vale a dire il giallo (o spaghetti thriller). Nel 1977 il genere era per lo più decaduto e il pubblico ormai non si accalcava più nelle sale all’uscita di ogni titolo; tuttavia, a differenza di molte produzioni messe in commercio in quegli anni per sfruttare l’ondata, La ragazza dal pigiama giallo riesce a gettare una nuova luce sulle tecniche di realizzazione di questo tipo di film, pur registrando incassi deludenti al botteghino.

Il navigatissimo Mogherini, regista e sceneggiatore esperto, scombussola tutti i cliché del genere giallo iniziando il film con quella che dovrebbe essere la scena clou della vicenda:  il ritrovamento di una ragazza, avvolta in un pigiama giallo, sfigurata dalle fiamme. Da qui la narrazione si dipana in un bivio: da una parte assistiamo alle indagini del commissario Thimpson e del suo giovane collega; dall’altra, lo spettatore assiste ad una serie di scene riguardanti la vita di Glenda, una giovane ragazza disinibita che frequenta tre uomini. Solo con l’avanzare della narrazione lo spettatore capirà che queste scene altro non sono che flashback, e che il cadavere trovato nella scena iniziale potrebbe essere proprio di Glenda.

Tra l’altro, Mogherini mischia ulteriormente i piani temporali mostrando che il commissario Thimpson registra un nastro prima di incontrarsi con il presunto killer, e quanto ha registrato sul nastro viene sottoposto allo spettatore sotto forma di scena narrata, o flashback (in quanto la narrazione del commissario si sovrappone alle già sopracitate scene della vita di Glenda). Insomma, l’impianto narrativo de La Ragazza dal pigiama giallo è davvero avvincente e ben costruito, come pochissime volte si è visto nelle produzioni di questo genere. Inoltre, sebbene l’idea che regge il plot non sia originalissima e nemmeno propriamente tipica del filone spaghetti thriller (si può parlare più correttamente di una commistione tra il giallo, il noir e il drama), la realizzazione ad opera del regista appare quasi priva di difetti, presentando i pregi di ogni filone a cui si richiama ed evitando in maniera intelligente i cliché più abusati di ognuno di essi.

Tra i temi cardine che reggono il film c’è la drammatica situazione degli immigrati in Australia e l’altrettanto patetica situazione di una giovane e magnetica ragazza incapace di amare ciò che ha e sempre ossessionata da quello che al momento non può stringere. Alcune scene sono degne di essere ricordate: in primis quella in cui il cadavere della ragazza viene esposto in tutta la sua nudità nella teca di un museo, permettendo al pubblico di visionarlo liberamente (una scena tanto weird quanto impressiva, grazie anche alla musica techno-dance di Riz Ortolani). In alcune (brevi) sequenze Mogherini indugia un po’ eccessivamente sugli aspetti più scabrosi della vicenda, così che lo spettatore può assistere a un menage lesbico tra Glenda e una sua amica, un barbone svitato che si masturba spiando una donna che fa il bucato, un omosessuale particolarmente in carne che si fa la doccia e che indirizza al commissario le sue avances.

Anche la fotografia rende merito al lavoro di Mogherini: gli straordinari chiaroscuri fanno sembrare alcune scene dei veri e proprio quadri interattivi. Purtroppo, Mogherini non si dedicò più al giallo in seguito, e questo La ragazza dal pigiama giallo rimane dunque ad oggi la sua unica incursione in questo genere così amato dai fans del cinema di genere. Peccato, perché mantenendo e sviluppando queste le intuizioni mostrate in questa pellicola avrebbe potuto davvero diventare uno dei massimi esponenti dello spaghetti thriller.


Video:
Trailer internazionale del film.


Valutazione: 77/100


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3 commenti

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3 risposte a ““La ragazza dal pigiama giallo” (1977)

  1. Blog eccellente complimenti! Davvero ben strutturato e documentato

  2. Asenath

    a me è parso un film sgangherato, recitato malissimo. Però, dati i tempi…

  3. Kostikos

    Sito straordinariamente interessante. Domanda stupida: perché è fermo?
    Comunque grazie

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