Archivi categoria: sociopolitical

“nEROSubianco” (1969)


nEROSubianco (conosciuto all’estero come attrACTION o The Artful Penetration of Barbara) è un film di Tinto Brass del 1969. Continua a leggere

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“La cagna” (1972)


“Anche nella tua isola c’è rumore… le onde, i gabbiani. E il silenzio? Il silenzio fa rumore.”

La cagna (Liza) è un film di Marco Ferreri del 1972, di produzione italo-francese. Continua a leggere

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“Blow Out” (1981)


“So you got your choice. You can be crazy or dead.”

Blow Out è un film del 1981, diretto da Brian De Palma. Continua a leggere

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“The people under the stairs” (1991)


The people under the stairs (conosciuto in Italia con il titolo La casa nera) è un film del 1991, scritto e diretto da Wes Craven. Continua a leggere

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“Femmine insaziabili” (1969)


Femmine insaziabili (titolo di produzione: Gli insaziabili; conosciuto all’estero come Carnal Circuit) è un film del 1969, diretto da Alberto De Martino. Continua a leggere

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“Morte sospetta di una minorenne” (1975)


Morte sospetta di una minorenne (conosciuto all’estero come Suspicious Death of a Minor) è un film di Sergio Martino, del 1975, collocabile (soprattutto) nel filone poliziesco e (in secondo luogo) all’interno del filone del giallo/thriller all’italiana. Per la sua tematica – la prostituzione giovanile – ricorda altri film del periodo quali Cosa avete fatto a Solange? e La Polizia chiede aiuto (entrambi di Massimo Dallamano, rispettivamente del 1972 e del 1974), A tutte le auto della Polizia (Mario Caiano, 1975) ed Enigma Rosso (Alberto Negrin, 1978). Continua a leggere

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“Avere vent’anni” (1978)


Siamo giovani, belle e incazzate

Avere vent’anni (all’estero conosciuto come To be Twenty) è un film del 1978, diretto da Fernando Di Leo. Comunemente inserito nel filone cinematografico italiano della controcultura sessantottina (così come il precedente Brucia, ragazzo, brucia del regista), il film è per quasi tutta la durata una commedia erotica con una buona componente sociale-politica, per poi sfociare improvvisamente in un violentissimo finale thrilling (rape senza revenge) che l’ha reso per decenni censuratissimo e vietato ai minori di 18 anni. Continua a leggere

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“Il giudice e la minorenne” (1974)


Il giudice e la minorenne è un film diretto da Franco Nucci, uscito nel 1974. Continua a leggere

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“Un posto ideale per uccidere” (1971)


Tieni presente che proprio i cattolici hanno il gusto del peccato

Un posto ideale per uccidere (all’estero conosciuto come An ideal place for a murder) è un film del 1971, diretto da Umberto Lenzi. Si inserisce sia nel filone cinematografico italiano della controcultura sessantottina (i due giovani e sventurati protagonisti sono due hippies danesi) sia nel filone giallo/thriller all’italiana, riuscendo a coniugare in modo piuttosto efficace (sebbene talvolta in maniera poco credibile e dozzinale) critica sociale e suspence. Continua a leggere

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“L’ultimo treno della notte” (1975)


 “La società dovrebbe creare i presupposti della non violenza”.

L’ultimo treno della notte (all’estero conosciuto come Last Stop on the Night Train) è un film del 1975, diretto da Aldo Lado, dichiaratamente ispirato a The Last House on the Left (Wes Craven, 1972) e a La polizia sta a guardare (Roberto Infascelli, 1973). Fa parte del filone rape and revenge, di cui è considerato il capolavoro italiano insieme al successivo La casa sperduta nel parco di Ruggero Deodato (1980). Continua a leggere

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“El Topo” (1970)


“You are seven years old. You are a man.
Bury your first toy and your mother’s picture.”

El Topo (in spagnolo: “la talpa”) è un film del 1970, diretto scritto ed interpretato dall’attore e regista cileno Alejandro Jodorowsky. Impregnato di surrealismo, di simbolismo cristiano e di filosofia orientale, il film è considerato un vero e proprio cult movie dagli appassionati di cinema underground. E’ anche considerato il primo western surrealista. Continua a leggere

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“Il Demonio” (1963)


Il Demonio è un film del 1963, diretto da Brunello Rondi, vincitore come miglior regista dell’Orso d’oro al Festival di Berlino dello stesso anno. E’ uno dei primi (se non il primo) film italiano definibile come horror demoniaco. Continua a leggere

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“Hanno cambiato faccia” (1971)


“I miti non muoiono: si trasformano. Avete cambiato faccia, ma continuate a succhiare sangue alla gente.”

Hanno cambiato faccia (conosciuto all’estero come They have changed their face) è un film del 1971, diretto da Corrado Farina. Si tratta di un singolare film sul vampirismo, in cui esso viene visto come un’allegoria del capitalismo: i nuovi vampiri dunque, secondo Farina, non sono quelli classici della tradizione horror ma piuttosto coloro che detengono le redini dell’industria, della pubblicità, della società. Film più di denuncia sociale che horror, dunque, altamente weird, molto interessante anche se decisamente non per tutti. Continua a leggere

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“Il delitto del Diavolo – Le Regine” (1970)


Il delitto del Diavolo (conosciuto in Italia anche come Le Regine e all’estero con il titolo di Queens of Evil) è un film del 1970, diretto da Tonino Cervi. Si tratta di una pellicola piuttosto singolare nel panorama italiano, che oscilla tra una favola horror e un film di critica sociopolitica. Per questo è paragonabile a Hanno cambiato faccia (Corrado Farina, 1971) e a La corta notte delle bambole di vetro (Aldo Lado, 1970), pur non essendo tecnicamente al loro stesso livello. Nonostante non sia un prodotto di alta fattura, il film è diventato comunque un cult per gli amanti della sottocultura sessantottina per gli argomenti che tratta e per il messaggio che Cervi vuole passare allo spettatore. Continua a leggere

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“The Holy Mountain” (1973)


Ora voi siete un cuore vuoto, pronto a ricevere la vostra vera essenza, la vostra perfezione, il vostro nuovo corpo che è l’Universo, l’opera di Dio. Voi rinascerete, sarete reali. Sarete vostro padre, vostra madre, vostro figlio, la vostra perfezione. Aprite gli occhi. Siete la terra, siete il verde, siete l’azzurro, siete gli altri! Siete l’essenza.

The Holy Mountain (conosciuto nei paesi latini come La Montaña Sagrada e in Italia con il titolo di La Montagna Sacra) è un film del 1973 di Alejandro Jodorowsky. Di produzione messicana/americana, è il suo terzo film, successivo a Fando y Lis (1968) e El Topo (1969). Capolavoro assoluto dell’opera jodorowskiana nonché apice del suo eclettismo visivo, The Holy Mountain è una pellicola sperimentale, surrealista e dissacrante del mondo moderno, presentando forti connotazioni anticapitaliste e anticlericali. Continua a leggere

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“Gwoemul – The Host” (2006)


Gwoemul (più conosciuto con il titolo occidentale The Host) è un film sudcoreano del 2006, diretto da Joon-ho Bong. Il film mescola vari generi (horror, monster-movie, sci-fi, comedy, drama) e presenta anche delle neanche troppo velate critiche di carattere politico, ma tutti questi elementi non vengono fusi con maestria e il risultato finale è un gran minestrone che può deludere un po’ tutti, ma potrebbe anche piacere a chi cerca un filmetto senza troppe pretese da vedere in una serata tra amici. Continua a leggere

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“Il Dio Serpente” (1970)


“Dio è vita. Quando il mare è più forte di te, abbandonati all’onda”

Il Dio Serpente è un film del 1970, diretto da Piero Vivarelli. Il tema principale del film è l’incontro/scontro tra due culture diverse: quella bianca “civilizzata” e quella indigena “selvaggia”. A metà tra l’erotico e l’horror, l’avventura e il film di critica sociale, il film si presenta come un’opera confusionaria e talvolta noiosa, ma al tempo stesso ambiziosa e molto curata tecnicamente. Merito soprattutto della splendida location esotica, della fotografia eccellente, dalle valide musiche di Augusto Martelli e della sensuale protagonista, l’allora ventunenne Nadia Cassini. Continua a leggere

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“Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” (1970)


“L’uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri tradizionali, le autorità costituite, l’uso della libertà che tende a fare di qualsiasi cittadino un giudice, che ci impedisce di espletare liberamente le nostre sacrosante funzioni. Noi siamo a guardia della legge, che vogliamo immutabile, scolpita nel tempo. Il popolo è minorenne, la città è malata: ad altri spetta il compito di curare e di educare, a noi il dovere di reprimere! La repressione è il nostro vaccino! Repressione è civiltà!”

Grazie al film Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, prodotto nel 1970, Elio Petri raggiunse uno dei massimi apici del cinema italiano di sempre, realizzando quello che senza ombra di dubbio è il miglior film del filone political thriller italiano degli anni sessanta-settanta. Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è il primo capitolo di un’ideale trilogia, proseguita con La classe operaia va in paradiso (1971) e La proprietà non è più un furto (1973), frutto della collaborazione con lo sceneggiatore Ugo Pirro: il primo capitolo rappresenta una riflessione sulla “nevrosi del potere”, il secondo su quella “del lavoro”, il terzo su quella “della proprietà”. Senza mezzi termini, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è un vero e proprio capolavoro – sia artistico che concettuale – del cinema italiano, e non solo del filone poliziesco, per i suoi notevoli contenuti e per gli spunti sociopolitici la cui visione è in grado di suscitare nella mente dello spettatore.

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“La polizia accusa: il servizio segreto uccide” (1975)


La polizia accusa: il servizio segreto uccide è il secondo poliziottesco diretto da Sergio Martino (il primo fu Milano trema: la polizia vuole giustizia, 1973). Uscì nelle sale nel 1975; nello stesso anno Martino diresse altri due film dello stesso filone, La città gioca d’azzardo e Morte sospetta di una minorenne. Sebbene il film in sé non sia affatto male, sia a livello di plot e sceneggiatura, sia a livello di azione, dà un po’ l’impressione di soffrire il confronto con il precedente Milano trema: la polizia vuole giustizia, al quale è molto debitore sotto svariati aspetti. La prima parte del film è un po’ lenta, ma la mezz’ora finale assicura un’azione frenetica e un finale mozzafiato.

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“Milano trema: la polizia vuole giustizia” (1973)


Moltissimi conoscono Sergio Martino per le sue commedie trash-erotiche; chi è appassionato di film di genere senza dubbio lo ricorderà come uno dei fautori massimi del giallo all’italiana (Tutti i colori del buio, I corpi presentano tracce di violenza carnale, Lo strano vizio della signora Wardh); ma anche con il genere poliziesco (o, meglio, poliziottesco) il regista romano si diede da fare, inanellando ben quattro titoli tra il 1973 e il 1975: Milano trema: la polizia vuole giustizia, La polizia accusa: il servizio segreto uccide, La città gioca d’azzardo, Morte sospetta di una minorenne. Il primo film di questo filone police-thriller, considerato da molti anche il suo tentativo meglio riuscito, mischia elementi tipici del poliziesco tipico (inseguimenti, indagini della polizia, rapine in banca) a intuizioni che poi faranno la fortuna del filone thriller più politicizzato (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Sbatti il mostro in prima pagina, Io ho paura). Molto più vicino a Cadaveri eccellenti che non a Milano odia: la polizia non può sparare, questo primo tentativo di Martino nel poliziesco si rivela molto riuscito sia per l’audacia degli argomenti trattati (l’infiltrazione all’interno degli organi di polizia di un potere occulto cospirante un golpe) sia per la dinamicità di azione, favorita anche da un protagonista, il commissario Caneparo (interpretato da un Luc Merenda al culmine della sua forma). Continua a leggere

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