“Il Corpo” (1974)


Il Corpo è un film del 1974, diretto da Luigi Scattini.


Trama:

Sull’isola caraibica di Trinidad, Princesse (Zeudi Araya), bellissima mulatta, suscita violente passioni in due uomini, il maturo e alcolizzato Antoine (Enrico Maria Salerno) e il giovane spiantato Alain (Leonard Mann). Alain si innamora di Princesse e insieme decidono di uccidere Antoine e di fuggire dall’isola. Ma per i due uomini la sensuale e cinica Princesse sarà solo causa di morte.


Commento:

Terza collaborazione tra Luigi Scattini e l’attrice etiope Zeudi Araya, a parere del regista il titolo meglio riuscito della trilogia (gli altri due film sono La ragazza dalla pelle di luna, 1972, e Ragazza fuoristrada, 1973). Il Corpo si inserisce pienamente nel filone esotico-erotico che aveva preso piede in Italia dalla fine degli anni sessanta grazie a titoli quali Bora Bora (Ugo Liberatore, 1968) e Il dio serpente (Piero Vivarelli, 1970). Riprendendo quasi pari pari la trama del precedente La ragazza dalla pelle di luna e donando un tocco giallo/thriller verso le scene finali, Scattini riesce a migliorare il suo precedente lavoro; lo stesso anno uscirà anche Amore Libero di Pier Ludovico Pavoni, forse il film in assoluto più simile a Il Corpo.

Stavolta il regista gira nella bellissima isola caraibica di Trinidad, che gli permette riprese spettacoli di bellezze naturali assolute (e non stiamo parlando solo della Araya); come infatti ricorda anche lo stesso Scattini: “Una delle scene più belle la girammo in una località piena di fascino. Era considerato un luogo sacro e si raggiungeva in canoa attraverso alberi di mangrovie che affondavano le radici nell’acqua. Era il Sanctuary dove gli scarlet Ibis nidificavano. Il silenzio più assoluto era d’obbligo per non disturbare e non dimenticherò mai lo spettacolo che apparve davanti ai nostri occhi ad un mio battito di mani , una miriade di uccelli dalle piume rosse, si alzarono all’unisono. Il cielo improvvisamente si tinse di rosso e ci fu tanta emozione…“.

Anche il cast scelto fu di tutto rispetto: oltre alla sex symbol africana (ma che nel film è brasiliana) notevoli sono le interpretazioni di Enrico Maria Salerno, in un ruolo decisamente cattivo per i suoi canoni ma di grande profondità, e l’ormai non più giovanissima (ma sempre splendida) Carroll Baker, che ovviamente dà il meglio di sé quando si cala in atmosfere più gialle (e qui Scattino la accontenta); piuttosto anonimo invece l’attore americano Leonard Mann nei panni del giovane e scapigliato Alain. A differenza del precedente La ragazza dalla pelle di luna, come ricorda lo stesso regista, l’atmosfera è meno spensierata: la fotografia usa una luce fredda e livida, il cielo appare spesso grigio e terso, quasi come se incombesse ineluttabile sul destino dei protagonisti. La Areya interpreta un personaggio freddo e cinico, nelle parole del regista “Il Male”, che unendo amore e morte (eros e thanatos) porta alla rovina i suoi corteggiatori. La scena finale è al tempo stesso drammatica e grottesca. La colonna sonora è di Piero Umiliani, un maestro a cogliere l’atmosfera di questo genere di film unendo melodie jazz, suoni malinconici e coretti esotici.


Video:
Un pezzo della colonna sonora del film.

Valutazione: 65/100


Film collegati:

Influenze:

Film ispirati:

Film simili:

Bora Bora (1968)

Il dio serpente (1970)

La ragazza dalla pelle di luna (1972)

Amore Libero – Free Love (1974)

Emanuelle Nera (1975)


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