“Casa d’appuntamento” (1972)


Casa d’appuntamento (noto all’estero con l’accattivante titolo di French Sex Murders) è un giallo all’italiana del regista romano Ferdinando Merighi (che qui però usa lo pseudonimo di F. L. Morris), scritto insieme a Paolo Daniele, Marius Mattei e al mitico Dick Randall (che ne è anche il produttore). Il film è noto soprattutto per la presenza di un ispettore dalle fattezze che ricordano estremamente quelle del leggendario attore americano Humphrey Bogart.


Trama:

A Parigi, in un centro massaggi che in realtà è una casa d’appuntamenti, una prostituta di nome Francine viene trovata morta con il cranio spappolato. Viene accusato Antoine Gottvalles (Pietro Martellanza), che fino a pochi minuti prima era in sua compagnia. Gli indizi a suo carico sembrano schiaccianti ed Antoine viene condannato per direttissima alla pena di morte; Antoine nel momento della pronuncia della sentenza si scaglia contro tutti i testimoni e i giudici minacciando di tornare dall’oltretomba per ucciderli, una volta che sarà morto. Antoine viene tradotto in carcere, ma dopo pochi giorni riesce ad evadere; tuttavia, in fuga su una motocicletta, rimane decapitato in un incidente stradale che ne causa la morte.

La testa di Antoine viene portata all’obitorio e il professor Waldemar la fa analizzare per scopi scientifici; il suo assistente Roger ha come l’impressione che gli occhi si muovano ancora. Intanto c’è il primo morto: la signora Colette (Anita Ekberg), maitresse della casa d’appuntamento dove morì la prostituta per il cui assassinio fu accusato Antoine. Sul nuovo delitto indaga l’ispettore Pontaine (Robert Sacchi). La seconda vittima è il giudice che aveva inflitto la condanna ad Antoine. Tutti coloro che erano stati minacciati da Antoine credono alla vendetta del medesimo e temono alla propria incolumità, ma l’ispettore Pontaine non vuole dar conto ad un’ipotesi così irrazionale.

Intanto però i delitti proseguono e l’efferatezza si fa sempre più elevata: alcune vittime vengono persino uccise con l’uso di una spada, ad una vengono addirittura cavati gli occhi. Una delle vittime, prima di morire, ha tracciato con il dito una “M” con il suo stesso sangue e l’ispettore Pontaine ipotizza che l’assassino sia Max, l’amante di una delle donne minacciate da Antoine al momento della condanna. Ma poi avrà un’illuminazione e capirà che l’assassino è sempre stato il professor Waldeman (la lettera in realtà era una “W” e non una “M”), che è in realtà un maniaco sessuale che era solito possedere le prostitute chiamandole durante il rapporto con il nome della propria figlia Leonora. Egli aveva ucciso Francine perché aveva osato dare della “puttana” a sua figlia, invece i delitti successivi al decesso di Antoine gli sono serviti per impedire a chi aveva scoperto qualcosa di parlare.


Commento:

Ferdinando Merighi, regista romano operante a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, non fece granché per il cinema italiano: diresse infatti solamente tre film e il disinteresse della critica lo convinse in qualche modo ad abbandonare questa sua vocazione. Tra i suoi tre lavori c’è anche questo Casa d’appuntamento, che si presenta come un giallo a tinte forti o – se preferite – come un thriller d’appendice particolarmente splatter. Per la trama, le modalità degli omicidi e la grande importanza attribuita alle indagini dell’ispettore di turno esso è accostabile in tutto e per tutto al krimi, filone tedesco sviluppatosi negli anni sessanta i cui film erano caratterizzati dalle sceneggiature tratte dai romanzi di Edgar Wallace.

La trama del classico poliziesco americano del primo novecento è qui colorita con un’espediente narrativo degno dei fumetti pulp della serie Tales from the crypt: un uomo, condannato per omicidio, promette la morte a coloro che hanno contribuito alla sua condanna. Una volta morto, inizia inesorabile la scia di delitti. Il risvolto finale della pellicola è tipico del genere ma non per questo disprezzabile (e anzi la vittima che con il dito scrive l’iniziale dell’assassino prima di morire anticipa di qualche anno un’idea poi usata anche da Dario Argento in Profondo rosso).

Casa d’appuntamento presenta un cast di tutto rispetto: per quanto riguarda la componente maschile abbiamo Robert Sacchi – meglio conosciuto come il sosia di Bogart -, Howard Vernon, Pietro Martellanza e Rolf Eden; ad allietare il pubblico maschile invece ci sono Anita Ekberg, Rosalba Neri, Evelyne Kraft, Barbara Bouchet, Eva Astor (una più bella dell’altra); con un cast femminile di questo calibro va da sé che la componente erotica della pellicola è piuttosto rilevante. Le recitazioni non sono eccelse, ma in un krimi come questo ci stanno a fagiolo (e anzi hanno un che di retrò che contribuisce all’aura anni sessanta della pellicola).

Adatta anche la fotografia, anch’essa in sintonia con l’atmosfera old-fashioned che si respira durante le visione del film (gli interni, le luci sempre un po’ abbassate, i vestiti degli interpreti). Da ricordare anche la particolare efferatezza degli omicidi, più vicini a quelli del giallo all’italiana che non a quelli meno sanguinolenti del poliziesco classico, e in particolare qualche sequenza grandguignolesca (la testa del condannato che schizza via dal corpo, la vittima con gli occhi cavati). Gli effetti speciali sono quello che sono (e anzi sono praticamente assenti), ma per rimediare alla meglio al low budget Merighi usa una tecnica di ripetizione del gesto omicida, che quindi viene fatto vedere per diverse volte di fila filtrato attraverso tonalità diverse di luce (rossa, gialla, verde, blu, viola).

La colonna sonora contiene sia refrain lamentosi tipici del giallo all’italiana sia pezzi più spinti classici del thriller (uno ricorda addirittura il tema di un poliziottesco all’italiana). In definitiva, nonostante Casa d’appuntamento non sia uno dei titoli più famosi o meglio riusciti del filone del giallo all’italiana (anche perché tecnicamente si avvicina di più ad un krimi, pur non essendo tedesco), esso svolge comunque bene il suo scopo di intrattenimento e piacerà agli amanti del cinema vintage. Consigliato soprattutto agli amanti dei krimis e dei romanzi polizieschi di primo novecento.


Video:

In mancanza di reperibilità online di un video riguardante il film, vi proponiamo un video tributo a Barbara Bouchet, che di Casa d’appuntamento è una delle interpreti principali.


Valutazione: 6.8

2 commenti

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2 risposte a ““Casa d’appuntamento” (1972)

  1. luis

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    se ti decapitano direi che non ci sono dubbi che sei morto 😉

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