“Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile” (1972)


Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile (conosciuto nei paesi anglosassoni come So Sweet, So Dead) è un mediocre giallo all’italiana che strizza l’occhio al poliziesco, diretto nel 1972 da Roberto Bianchi Montero; la trama prevede i classici delitti compiuti dal tipico assassino à la Bava (Sei donne per l’assassino) – con tanto di guanti di pelle, impermeabile, cappello, calzamaglia sul volto e coltellaccio in mano – e un temerario (?) ispettore che indaga. Montero è di gran lunga più avvezzo al genere mondo e a quello pseudo-erotico, e non è un caso se persino in Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile si dia più importanza ad indugiare con la mpd sui nudi femminili (specialmente post-mortem) piuttosto che ad ottenere una parvenza di tensione, che in un film che ha la pretesa di etichettarsi come un thriller non guasterebbe.


Trama:

L’ispettore Capuana (Ferley Granger) indaga su un misterioso assassino che va in giro per la città a punire le mogli fedifraghe, accoltellandole al petto e uccidendole; prima di andarsene lascia sul posto, accanto al cadavere delle donne, le foto dei loro incontri con i rispettivi amanti. Al suo fianco c’è l’anotomo-patologo Casali (Chris Avram) e il suo aiutante Gastone (un platinatissimo Luciano Rossi), il quale lavora come ricucitore e truccatore di cadaveri. L’insana passione di quest’ultimo per il suo mestiere lo rende ovviamente il primo indiziato agli occhi di Capuana, ma Casali garantisce per la sua innocenza. Intanto i delitti si susseguono e i sospetti di Capuana si concentrano su un avvocato la cui moglie è appena stata uccisa su un treno; quest’ultimo non ha un vero e proprio alibi (era a trovare l’amante ma non la racconta giusta a Capuana, d’accordo con il sovrintendente di quest’ultimo).

Capuana è sempre più frustrato dalle ricerche, dal momento che è ormai chiaro che si tratti di un maniaco sessuale praticamente impossibile da rintracciare e riconoscere a viso scoperto. Tuttavia incredibilmente la questura riceve l’auto-denuncia di quello che dice di essere l’assassino: inutile dire che si rivelerà semplicemente un mitomane, ma Capuana riuscirà a volgere la situazione in suo favore facendo credere alla stampa di aver catturato il vero assassino. Così facendo, Capuana intende pungolare l’orgoglio del vero responsabile dei delitti, il quale infatti casca nella trappola tesa da Capuana e gli telefona, facendosi rintracciare, dicendogli tra l’altro che la prossima sua vittima sarà proprio la moglie di Capuana, Barbara.

Giunto a casa del killer, Capuana trova diversi articoli di giornale che parlano di un incidente avvenuto diversi anni prima in cui una ragazza e un ragazzo, amanti, morirono; a riconoscere la ragazza venne chiamato il marito, che appunto per questo trauma adesso ha deciso di lasciarsi alle spalle una scia di sangue. Capuana arriva sul luogo del delitto appena in tempo per salvare la moglie, ma volutamente rimane a guardare dalla finestra e lascia che Barbara venga uccisa. Quindi entra e, scoperta l’identità del killer nella persona del suo assistente Casali, con un colpo di pistola lo fredda, quindi chiama in questura per costituirsi.


Commento:

Zero tensione e tante tette (il più delle volte sanguinolente) per questo gialletto che lascia l’amaro in bocca. Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile tentenna sin dall’inizio, facendo seguire al primo omicidio una retata e una schedatura in serie di una serie di prostitute, marchettari e travestiti (ma perché?). Poi la narrazione continua non senza inciampi, quasi come se Montero si accontentasse di servire allo spettatore un omicidio con nudo femminile annesso ogni tot minuti, senza curarsi davvero né di supportare i delitti con delle indagini avvincenti né di creare una seppur minima parvenza di suspance. Persino i delitti annoiano, essendo tutti uguali – l’unica eccezione è quello di Femi Benussi, che viene rincorsa su una spiaggia e poi braccata e uccisa, il tutto girato al rallenty (tra l’altro la stessa Benussi verrà assoldata per spogliarsi e farsi massacrare dopo aver dato mostra delle sue grazie anche in Nude per l’assassino di Andrea Bianchi, del 1975).

Anche se il finale inaspettato (ma non troppo) riesce in qualche modo a dare un senso al film e connotando l’assassino non come un anonimo maniaco sessuale ma bensì come un folle colpito da un trama nel passato – cliché del giallo all’italiana, almeno questo applicato decentemente – bisogna anche ammettere che praticamente per quasi tutta la durata della pellicola il resto è noia. Montero si aggrappa (figuratamente parlando) alle tette delle sue attricette, che effettivamente sono uno stuolo mica indifferente di bellezze (Silvia Koscina, Femi Benussi, Kristina Neill, Annabella Incontrera e Susan Scott), ma è chiaro che non possono giustificare da sole con i propri nudi un film di questo genere. Tra gli attori il protagonista Granger sembra regolarsi in base alla validità del film stesso, risultando anch’egli spento e monoespressivo; un po’ meglio Avram, che comunque non eccelle; molto interessante invece l’interpretazione di Luciano Rossi nei panni di un maniaco per così dire inoffensivo ma comunque inquietante.

In definitiva dunque i problemi principali di Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile sono una pressoché totale assenza di tensione e una pochezza imperdonabile di trama e dialoghi. A ciò si aggiungono altri problemi minori, ma comunque facilmente rintracciabili: la fotografia è sotto la media rispetto ai film usciti in quegli anni dello stesso genere, la colonna sonora di Giorgio Gaslini ha il merito di essere un po’ morriconiana ma si ripete sempre uguale, la recitazione degli attori è quello che è; inoltre per dirla tutta il plot – e soprattutto l’ultima scena – ha un che di maschilista e misogino, ragion per cui di certo non potrà conquistarsi facilmente la simpatia del pubblico femminile. Ma d’altra parte un film (pseudo)thriller in cui il particolare più in rilievo sono le tette delle attrici per che target dev’essere stato pensato? Concludendo, Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile è mediocre sia nella vicenda che nella realizzazione, e di conseguenza se ne consiglia la visione ai soli fanatici del genere.


Video:

La scena migliore del film, ovvero l’omicidio di Femi Benussi sulla spiaggia.


Valutazione: 5.4

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