“The Hills Have Eyes” (1977)


The Hills Have Eyes (uscito in Italia come Le colline hanno gli occhi) è un film del 1977, diretto da Wes Craven, ispirato in parte alla leggenda di Sawney Bean. Nel 1985 uscì il seguito, The Hills Have Eyes Part II, sempre diretto da Craven; mentre nel 2006 Alexandre Aja diresse egregiamente il remake omonimo dell’orginale.


Trama:

La famiglia Carter, tipica famiglia americana reazionaria, attraversa il deserto del New Mexico per dirigersi in California. Rimasta in panne in pieno deserto, nei pressi di un ex poligono di tiro usato dal governo statunitense per esperimenti nucleari, si scontra con una famiglia di cannibali (che si chiamano con i nomi dei pianeti: Giove, Plutone, Marte, Mercurio) che vive in un complesso di caverne ubicate sulle colline circostanti. Questa è la terribile progenie di un essere mostruoso nato, nel 1929, dalla moglie di un colono che lo ha poi abbandonato morente all’eta di dieci anni, dopo che il piccolo aveva incendiato la casa con il resto della famiglia. La famiglia dei mostri attacca la famiglia borghese, sviluppando una lotta spietata che mieterà parecchie vittime.

Viene prima fatto fuori uno dei due cani lupo della famiglia, e poi a seguire in diversi blitz vengono eliminati brutalmente anche il capofamiglia, la nonna e una delle donne. La giovane ragazza della famiglia viene stuprata e la più piccola, praticamente una neonata, viene rapita dai cannibali. Per affrontare questa situazione terribile con qualche speranza di successo, i superstiti della famiglia americano dovranno mettere da parte la loro civiltà e ritrovare il primordiale istinto assassino. Alla fine avranno la meglio sui mostri, anche grazie all’aiuto del secondo cane lupo e di una giovane donna che prima stava dalla parte dei cannibali.


Commento:

Riprendendo il discorso da dove l’aveva lasciato con il precedente The Last House on the Left (1972), Wes Craven, dopo cinque anni, ritornò nelle sale con un secondo film horror chiamato The Hills Have Eyes, intenzionato sempre di più a lanciare una feroce critica alla società americana cosiddetta benpensante e alla violenza che permea la vita di tutti, cittadini “civili” compresi. Come nel precedente film, anche in The Hills Have Eyes Craven gioca prima a dividere i personaggi della pellicola in due gruppi ben definiti (i “mostri”, che qui sono i cannibali, e i “civili”, che sono ovviamente i membri della famiglia di turisti), per poi mischiare improvvisamente le carte e mostrare come anche i “civili”, in stato di emergenza, possono mettere in atto una brutalità non da meno rispetto a quella dei criminali che si trovano ad affrontare. Si noti inoltre che entrambe le famiglie hanno una struttura patriarcale ben definita, tipica della società americana del tempo.

Rispetto alla pellicola precedente, cambia innanzitutto la location: se nella sua opera prima Craven aveva scelto la periferia statunitense qui si immerge nella natura selvaggia del deserto del New Mexico, alternando scene notturne ad altre sotto il sole cocente (atmosfere simili saranno poi riprese da Rob Zombie nel suo The Devil’s Rejects del 2005). Inoltre Craven lancia allo spettatore segnali impliciti, invitandolo a ragionare a proposito della natura dei “malvagi”: essi sono una famiglia allo sbando, il cui capostipite è stato in passato rifiutato e quasi ucciso dalla razza umana; inoltre, uno dei suoi figli, Plutone (interpretato da un Michael Barryman cultissimo) è deforme a causa delle radiazioni nucleari che aleggiano nella zona a causa degli esperimenti nucleari portati avanti dal governo americano.

The Hills Have Eyes, pur presentando un buon livello di sangue, violenze ed orrore, non raggiunge gli elevatissimi picchi di sadismo e perversità della pellicola precedente (si tenga però conto che la pellicola originale venne rifiutata e, una volta tagliata, andò persa per sempre). Se The Last House on the Leftfu un vero e proprio terremoto per il pubblico americano benpensante nel momento in cui uscì nelle sale, The Hills Have Eyes riuscì comunque a farsi apprezzare per le importantissime novità apportate al genere: si tratta di uno dei primi slasher d’oltreoceano, in cui (sulla scia di The Texas Chain Saw Massacre di Tobe Hooper del 1974) un gruppo di ignari turisti dell’america borghese viene braccato e massacrato da una famiglia di “mostri”.

Oltre al film di Hooper, Craven si ispirò per questa sua seconda opera anche a Deliverance (Un tranquillo weekend di paura, John Boorman, 1972), nel quale un gruppo di repubblicani americani si recano nei boschi delle Rocky Mountains e vengono braccati da alcuni scalmanati che vogliono fargli la pelle. Il livello di violenza, rispetto al film di Borrman, è però nettamente maggiore: tra le scene clou si ricordano quella dello stupro, quella in cui il canarino dei Carter viene divorato da uno dei cannibali e ovviamente il finale, in cui uno dei sopravvissuti massacra l’ultimo rimasto della progenie di “mostri”. Interessanti anche la fotografia e le musiche, mentre la sceneggiatura pecca di poca originalità e si ripete in non poche sequenze. Non un capolavoro, ma comunque uno dei film essenziali della filmografia di Craven.


Video:
Trailer del film.


Valutazione: 75/100


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Influenze:

Film ispirati:

Film simili:

Wrong Turn (2003)

The Devil’s Rejects (2005)

The Hills Have Eyes Part II (1985)

The Hills Have Eyes (2006)

The Hills Have Eyes II (2007)


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