“Nude… si muore” (1968)


Sebbene dal titolo, Nude… si muore abbia tutta l’aria di essere uno di quei tipici thriller all’italiana in cui il regista, per non scontentare nessuno, cade nell’exploitation gratuito (e talvolta ben fatto) alternando nudi femminili ad omicidi cruenti, non bisogna cadere nel tranello: in realtà il film che Antonio Margheriti (da un’idea del maestro Mario Bava) realizzò nel 1968 non fa leva né sugli uni (i nudi), né sugli altri (gli omicidi). Nude… si muore è sì uno dei primi esempi di giallos italiano ma, sebbene la vicenda si snodi attraverso vari delitti, essi non sono più di tanto violenti (né palesemente mostrati al pubblico); inoltre, pur essendo ambientato in un collegio femminile, non vi è modo di assistere praticamente ad alcuna scena in grado da appiccicare al film l’etichetta di “pellicola (parzialmente) erotica”. Quello che rimane è un discreto giallo in salsa pop, nel quale si alternano scene thrilling e momenti quasi da commedia.

Il film inizia subito in medias res, con una scena apparentemente slegata dal resto del film, che ci mostra l’omicidio di una donna nella vasca da bagno del suo appartamento; il cadavere viene poi messo dall’assassino in un baule. Subito dopo, la scena si sposta in un collegio femminile nel sud della Francia, nel quale le ragazze passano la propria estate tra bagni in piscina ed innocui pensieri erotici sui professori. La situazione sembra tranquilla, finché sparisce l’alunna Betty Ann. Nel frattempo un’altra alunna, Lucille, ha un appuntamento segreto con Richard, l’insegnante di equitazione: dopo che si sono appartati Lucille vede il cadavere di Betty Ann, che però poco dopo misteriosamente scompare.

Lucille è nervosissima e ritorna al collegio, dove si fa una doccia (mentre il giardiniere La Floret la spia). Proprio l’impressione di essere osservata da qualcuno la fa scappare, e viene “sostituita” da una sua compagna, Cinzia, la quale si butta sotto il getto d’acqua aperto; la sventurata, probabilmente scambiata per Lucille, nel giro di pochi secondi viene strozzata da un killer misterioso. Poco dopo viene ucciso anche La Floret, probabilmente perché testimone oculare dell’omicidio appena avvenuto. Lucille si sente inquieta e vuole vedere al più presto Richard, con il quale ha un appuntamento da lì a poco, ma l’arrivo dell’ispettore Durand manda all’aria i suoi piani: egli infatti, dopo aver scoperto che Lucille ha ereditato da poco un’ingente eredità, la vuole interrogare subito per capire chi potrebbe avere il movente per uccidere.

Così Lucille incarica la sua amica Denise di andare all’appuntamento presso la piscina con Richard per avvertirlo della sua impossibilità di rispettare l’impegno preso. Intanto la polizia sospetta di tutti, persino dei professori: la signorina Transfield (la direttrice del collegio), la signorina Martin, Richard, il professor Di Brazzi (docente di educazione fisica appena arrivato) e la signorina Clay, anche lei appena giunta al collegio. Nel frattempo Denise, giunta presso la piscina, invece che Richard trova il killer che, vestito da subacqueo, cerca di annegarla: solo l’intervento di un’alunna, Jill, riuscirà a salvare la compagna da morte certa. Dopo quest’ultimo tentativo di omicidio i sospetti si focalizzano su Di Brazzi, il quale è da pochi giorni giunto nel collegio proprio per dare alle alunne lezioni di nuoto subacqueo.

Il giorno seguente Lucille e Richard sembrano scomparsi. Nel frattempo viene trovato il cadavere di Betty Ann, la prima vittima. Quando Lucille ricompare, ammette di fronte all’ispettore Durand di aver visto Richard quella mattina, ma dice di non sapere dove egli sia al momento; l’ispettore ritiene che proprio Richard possa essere il killer, anche perché viene trovato nel pozzo del cemento vivo il cadavere (ormai irriconoscibile) della signorina Clay, che si era allontanata dal collegio per cercarlo.

Tuttavia il finale avrà in serbo una grossa sorpresa per lo spettatore: Lucille, corsa nell’appartamento presso il collegio di Richard, lo troverà ferito. Dietro di lui, quella che si credeva essere la signorina Clay, che in realtà (toltasi la parrucca e gli abiti femminili) è il cugino di Lucille, che la vuole uccidere prima del compimento della maggiore età per intascarsi tutta l’eredità. Ma proprio quando Lucille sembra spacciata, arriva l’ispettore Durand che mette fine all’incubo, sparando un colpo di pistola al cugino di Lucille, uccidendolo.

Come detto, Nude… si muore è un discreto esempio di giallo italiano, godibile seppur non all’altezza della maggioranza dei titoli del filone che uscirono nel decennio successivo (Argento, Fulci, Lado, Dallamano, Martino). Tuttavia, anche grazie allo script originale di Mario Bava (in quel periodo già impegnato alla regia di Diabolik e quindi costretto a passare il testimone a Margheriti), Nude… si muore riesce ad anticipare alcune idee che poi andranno a caratterizzare molti gialli italiani successivi. Si pensi alla scena dell’omicidio nella vasca da bagno (già utilizzata da Bava stesso in Sei donne per l’assassino, 1964), poi ripresa pari pari da Massimo Dallamano nel suo Cosa avete fatto a Solange? (1972); si pensi alla location della vicenda, un collegio femminile (come poi anche in Phenomena e Suspiria di Dario Argento).

A voler essere precisi, Nude… si muore non è propriamente un giallos all’italiana per eccellenza, ma rientra in quella precisa sottocategoria del genere spesso denominata “à la Dieci Piccoli Indiani”, con palese riferimento al romanzo giallo di Agatha Christie. Il senso della locuzione è chiaro: in Nude… si muore, come anche in altri (sebbene sporadici) film thriller italiani degli anni Sessanta-Settanta (Sei Donne per l’Assassino e 5 Bambole per la Luna d’Agosto di Mario Bava; La Dama Rossa uccide sette volte di Emilio Miraglia), una comunità ristretta di individui (una famiglia, un collegio) viene scossa da una una serie di delitti e sparizioni; ben presto apparirà chiaro che il colpevole non è un killer estraneo, ma uno dei personaggi del ristretto gruppo implicato nella vicenda.

E’ vero purtroppo che Margheriti non riesce a tenere alta la tensione per tutta la durata del film, incappando in parecchi momenti di noia più o meno tangibile (ma d’altra parte ciò deriva soprattutto dalla sua scelta di non spingere troppo la mano sui delitti e di alternare ai medesimi scene ludiche tipiche della commedia, nelle quali le collegianti scambiano tra di loro i propri pareri sulla prestanza fisica dei professori); ma d’altra parte bisogna riconoscere che la prima sequenza dell’omicidio della vasca da bagno e soprattutto l’inaspettato finale (solo alla fine lo spettatore potrà collegare mentalmente la donna uccisa nella vasca da bagno – la vera signorina Clay! – al resto del film) contribuiscono in maniera netta a far risultare il film per lo meno ampiamente sufficiente rispetto agli standard dell’epoca.

Video:

Trailer del film.

Valutazione: 6.6

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