“Un delitto poco comune” (1988)


Io vi odio tutti, giovani e vecchi. Odio i giovani che hanno tutta una vita davanti e non ci pensano e odio i vecchi che l’hanno già vissuta e ci si aggrappano con le unghie.”

Un delitto poco comune (conosciuto all’estero come Off Balance) è un film uscito nel 1988, scritto da Gianfranco Clerici e diretto da Ruggero Deodato.


Trama:

Robert Dominici è un giovane pianista affermato, attraente, ammirato dalle donne e circondato dall’affetto e dalla stima di molti amici: la sua fidanzata Susanna e la bella Helene, che lavora nell’alta moda, stravedono per lui. Ma qualcosa di tremendo ed incredibile sconvolge la vita di Robert: apprende dalla dottoressa Carla Pesenti che è affetto da una malattia rarissima ed incurabile per la quale invecchierà precocemente. La notizia fa piombare il giovane musicista in un’angoscia mortale e fa vacillare la sua mente e in un impulso irrefrenabile uccide spietatamente la dottoressa. Sarà poi la volta di Susanna con la quale aveva da tempo qualche screzio. Il commissario Datti viene incaricato di svolgere indagini sui due omicidi compiuti con la stessa tecnica: le due donne sono state colpite con una spada usata dai cultori di arti marziali. Sia Robert sia Davide, un suo amico amante di Susanna, sono appassionati di questa disciplina.

Datti sospetta di Robert ma non ha prove contro di lui. Intanto l’uomo, dopo aver trascorso un’appassionata notte d’amore con Helene che gli ha dichiarato apertamente l’amore che nutre per lui, si reca dalla madre a Venezia, ma tutti sono convinti che sia andato a New York per lavoro. Robert è sempre più sconvolto dalla sua malattia che già mostra i suoi agghiaccianti effetti: sta diventando un vecchio decrepito e ripugnante. La notizia che Helene aspetta un bambino da lui lo fa impazzire: è deciso ad uccidere la donne e a sopprimere quel figlio che crede nascerà malato come lui. Ma Helene viene salvata in extremis da un amico che mette in fuga l’irriconoscibile Robert. Sempre più solo e disperato l’uomo vaga come un fantasma per Venezia, si mescola tra la gente mascherata, aggredisce un ignaro passante che gli faceva notare come è triste invecchiare ed uccide crudelmente una giovane mercenaria dell’amore in una casa d’appuntamenti.

Va poi da un prete amico di gioventù che naturalmente non lo riconosce e al quale confessa tutta la sua angoscia e i suoi delitti. Robert ormai odia Dio che gli ha inflitto una malattia così terribile, detesta tutti, minaccia ripetutamente con telefonate anonime il commissario Datti che non riesce a scoprire il colpevole dei delitti ai quali si è aggiunto anche quello di una donna poliziotto uccisa da Robert per umiliare ulteriormente lo stesso Datti. Robert è ormai un vecchio decrepito che a mala pena si regge in piedi, eppure vuole sempre uccidere la donna che sta per partorire suo figlio. Ma non riesce a compiere l’ultimo folle gesto, poichè Helene si difende con tutte le forze nonostante sia sconvolta nel vedere l’uomo che ha tanto amato ridotto ad una larva umana. Sopraggiunge il commissario datti il quale costringe a fuggire Robert che muore nel giardino della villa di Helene.


Commento:

Film di Deodato meno conosciuto di alcuni suoi titoli precedenti (Ondata di piacereCannibal Holocaust, La casa sperduta nel parco) ma comunque interessante sotto diversi punti di vista. La trama è scritta da Gianfranco Clerici, che aveva già collaborato con Deodato per i suoi titoli più famosi; si tratta di una variazione del tema classico del doppio sviluppato egregiamente per esempio nel romanzo The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde di Robert Stevenson. Il protagonista, il promettente giovane pianista Dominici, contrae una malattia orrenda la progeria – che lo fa invecchiare a tempo record deturpando il suo aspetto fisico e rovinandogli la carriera artistica; man mano che il male si protrae anche la sua mente vacilla sempre più, portandolo a commettere orribili delitti. In qualche modo Clerici e Deodato possono aver spunto anche da The Picture of Dorian Gray di Oscar Wilde per la caratterizzazione di Dominici, ribaltando però il fatto che qui a differenza del romanzo l’invecchiamento non avviene sul quadro ma sul volto stesso del protagonista.

Un’altra possibile ispirazione per Un delitto poco comune è da ricercare nel cinema di David Cronenberg, in particolar modo in The Fly (1986). Così come nel film di David Cronenberg, anche qui il protagonista assiste al veloce disfacimento del suo aspetto esteriore fino a vedersi ridotto come un mostro; in particolar modo la scena in cui Dominici, guardandosi allo specchio, constata scioccato la sua improvvisa calvizie e il deterioramento dei suoi denti ricorda una sequenza di The Fly. A interpretare il dramma umano ed esistenziale del protagonista ci pensa egregiamente Michael York; a coadiuvarlo ci sono una Edwige Fenech ormai nella sua parabola discendente (ma sempre bellissima) e l’onnipresente Donald Pleasence, qui nei panni del commissario di turno.

Il film inizia con Dominici che dà mostra del suo talento durante un ricevimento; sulle note del suo pianoforte viene mostrata allo spettatore, intervallata dall’esibizione del musicista, la scena dell’omicidio di una dottoressa (una delle sequenze più splatter del film). Inizialmente dunque il film parte come un classico giallo all’italiana, ma da lì a poco apparirà chiaro a tutti che l’assassino è il protagonista stesso. Da qui in poi il film assumerà toni drammatici a tinte thriller, che strizzano l’occhio all’horror nelle scene dei vari delitti compiuti da Dominici. Gli effetti speciali sono all’altezza della fama di Deodato, favoriti da un ampio uso di sangue finto (il film però è stato realizzato per la televisione, e quindi nell’edizione televisiva questi passaggi particolarmente cruenti sono stati ampiamente tagliati) e lodevoli soprattutto per quanto riguarda il make up di Dominici.

Una delle cose migliori di Un delitto poco comune è l’eccellente uso della fotografia: il film appare permeato da un’atmosfera buia e decadente, ben sottolineata dagli ambienti notturni in cui si svolge perlopiù la vicenda e dalle ombre in cui il protagonista, man mano che il suo invecchiamento avanza, si nasconde quasi a sottrarsi allo sguardo di pietà misto a orrore dello spettatore. Da sottolineare anche la scena, particolarmente scioccante, in cui Dominici all’inizio del suo invecchiamento precoce osserva un bambino affetto dalla sua stessa malattia volteggiare su un’altalena: il suo aspetto orrendo porterà alla pazzia definitiva il protagonista, al punto che in seguito tenterà in tutti i modi di uccidere il bambino che Helene sta dando alla luce per paura che nasca portatore del suo stesso male. In definitiva Un delitto poco comune non è il miglior Deodato – anche perché viene realizzato in anni di decadenza del genere thriller/horror italiano – ma è comunque un film da riscoprire.


Video:

Titoli di testa del film.


Valutazione: 72/100


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