“Crescono, sentono lo stimolo della carne, cadono in braccio al peccato. Bisogna impedirglielo“.
Lucio Fulci dalla fine degli anni sessanta e durante diresse quattro gialli: il primo fu Una sull’altra (1969), al quale seguirono Una lucertola con la pelle di donna (1971), Non si sevizia un paperino (1972) e infine Sette note in nero (1977). Fulci si distinse dagli altri registi che si cimentarono con il giallo-thriller all’italiana per il suo stile cinematografico più onirico e cupo della media. Se l’elemento onirico la fa da padrone nel suo secondo e quarto giallo, l’elemento cupo e morboso è invece rilevantissimo nel terzo. Non si sevizia un paperino (conosciuto all’estero come Don’t torture a duckling), da molti critici considerato il suo capolavoro nonché uno dei film migliori del genere, è ambientato in un paesino retrogrado del Meridione e tratta temi come la superstizione, l’ignoranza, il peccato, la sessualità, il “doppio”, la violenza verso il diverso.