“Il trucido e lo sbirro” (1976)


Il trucido e lo sbirro è un film prodotto da Umberto Lenzi nel 1976, a metà tra la commedia e il poliziottesco; così, dopo alcuni film poliziotteschi/polizieschi dai toni un po’ più seri (Milano rovente, Milano odia: la polizia non può sparare, Roma a mano armata) Lenzi dirotta ora il genere al confine con la commedia popolare. E’ il primo film in cui Tomas Milian veste i panni di Sergio Marazzi alias Er Monnezza, ladruncolo di borgata dalla facile battuta volgare; apparirà successivamente anche in La banda del trucido (Stelvio Massi, 1973), La banda del Gobbo (Umberto Lenzi, 1977) e Il lupo e l’agnello (Francesco Massaro, 1980). Altri attori di rilievo in Il trucido e lo sbirro sono Claudio Cassinelli, nella parte appunto dello sbirro (o meglio, del commissario di polizia) e Henry Silva, che se in Milano odia: la polizia non può sparare (1973) interpretava il commissario di polizia qui lo troviamo invece nel ruolo opposto di malvivente sequestratore.


Trama:

Il commissario Sarti (Claudio Cassinelli) fa evadere Er Monnezza, un ladro di borgata dai metodi volgari e sbrigativi, per farsi aiutare nella ricerca di Brescianelli (Henry Silva), un criminale latitante che ha cambiato i connotati grazie ad un’operazione di chirurgia plastica e che ha rapito una bambina per chiedere alla famiglia il riscatto. Quest’ultima è gravemente malata e non c’è tempo da perdere: per questo Sarti, dopo aver fatto evadere Er Monnezza, si accorda con lui per trovare alcuni collaboratori del mondo del crimine in grado di rintracciare al più presto Brescianelli: dopo una breve ricerca, Er Monnezza convince alcuni suoi amici a collaborare con Sarti, segnatamente il Cinico, il Cravatta e il Calabrese (Biagio Pelligra). Dopo mille vicessitudini, la banda guidata da Er Monnezza riuscirà a scovare il nascondiglio di Brescianelli e a portare in salvo la bambina. Resteranno in vita solo Sarti e Er Monnezza il quale, fingendosi ferito, ne approfitta per rubare il portafoglio a Sarti e a scappare sul primo tram che passa.


Commento:

Nonostante il tono della narrazione, molte vicessitudini al limite con il comico e molti dialoghi decisamente troppo coloriti per un film di stampo criminale-poliziesco, Il trucido e lo sbirro si pone sul punto di confine tra il poliziottesco e la commedia all’italiana, anche se l’ago della bilancia probabilmente punta ancora dalla parte del poliziottesco. Dotato di un plot tutto sommato ordinario, sebbene valorizzato da una sceneggiatura frizzante e gustosa, Il trucido e lo sbirro non riesce a raggiungere i picchi massimi di Lenzi nel genere (e in particolar modo Milano odia: la polizia non può sparare anch’esso con un Milian in formissima) ma ha il merito di far brillare il filone poliziottesco di una luce nuova, meno rispettosa dei rigidi schemi narrativi di altri registi più tradizionali, più libera e disinibita.

Indubbiamente Il trucido e lo sbirro è valorizzato in primis da un Tomas Milian in stato di grazia, che appare qui per la prima volta nei panni di Er Monnezza, un ladruncolo romanaccio di borgata a metà tra comico barbone e un microcriminale determinato e risoluto; sono le sue gag e le sue battute (Milian venne doppiato da un altrettanto memorabile Ferruccio Amendola) a portare avanti la storia tra delitto e una risata, rendendo così la visione del film decisamente meno piatta e più gradevole. Da ricordare anche la statuaria interpretazione di Henery Silva nei panni del cattivo (suo ruolo tipico, anche se l’abbiamo anche visto dalla barricata opposta – vedi Milano odia: la polizia non può sparare) e quella di Claudio Cassinelli nei panni di un commissario di polizia sopra le righe, gagliardo e determinato ad ottenere i suoi scopi anche con mezzi non proprio ortodossi (e Cassinelli, dopo l’ottimo giallo La polizia chiede aiuto – Massimo Dallamano, 1974 – si conferma ferrato per ruoli del genere, più che per le interpretazioni di avventurieri ed esploratori dei quali vestirà i panni nei film di fine decennio di Sergio Martino).

La fotografia è – come sempre nei film di Lenzi di questo genere – dinamica e le inquadrature si fanno più movimentate nelle scene più ricche d’azione (come l’assalto al treno e la sparatoria finale – scene che, tra l’altro, denotano un’influenza spaghetti western). La colonna sonora si adatta alle sfumature del film facendosi ora più serrata (i pezzi quasi funk di Bruno Canfora) ora più spensierata (Ornella Vanoni, Giorgio Cascio) . In definitiva, Il trucido e lo sbirro è un poliziottesco tra il serio e il faceto che tutti gli appassionati del genere (specialmente del filone meno serioso) dovrebbero adorare; per i dialoghi coloriti e le gag comiche di Milian è caldamente consigliato anche a tutti gli amanti del filone trash; si astengano invece gli spettatori che guardano al poliziesco come un genere necessariamente squadrato e più vicino al dramma.


Video:

Trailer del film.


Valutazione: 6.8

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Archiviato in action, crime, italian comedy, poliziottesco, trash

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